Scritto il 24 marzo 2021
Storytelling vs Carosello, chi ha vinto il confronto?
Oggi sono in molti nel mondo della comunicazione a riempirsi la bocca con il termine storytelling. Sembra quasi che negli ultimi anni sia nata una moda, un nuovo modo di comunicare e fare marketing ma in realtà non abbiamo scoperto nulla di nuovo. Lo storytelling, lo dice la parola stessa, è un modo di vendere un prodotto raccontando una storia, creando consapevolezza e stimolando l’immaginazione al fine di attribuire maggiore valore e quindi aggiungere fascino al prodotto.
Si tratta di una forma di comunicazione persuasiva che fa leva sulle emozioni dell’utente e del potenziale acquirente. Curioso come proprio le agenzie di comunicazione siano le artefici di numerosi progetti di storytelling e poi siano le prime a non sapere come raccontarsi al proprio pubblico. Ogni tanto per fortuna si trova qualche agenzia di comunicazione o studio grafico che sul proprio blog racconta le varie fasi dei propri lavori di grafica, ma va detto che descrivere le fasi di un progetto esaltando solo gli aspetti puramente estetici non significa proprio fare storytelling. Per spiegare bene cosa significa raccontare una storia non dobbiamo allontanarci troppo dalle nostre tradizioni, abbiamo un fantastico esempio nella storia della televisione italiana che prese vita agli albori della nascita della TV alla fine degli anni 50, sto parlando del Carosello!
Chi ha meno di 30 anni oggi difficilmente avrà sentito parlare del Carosello, quello che una volta era “LA” pubblicità per eccellenza non solo perché era la prima forma di comunicazione nell’unico canale che intratteneva il pubblico ma anche perché, non si limitava a promuovere dei semplici prodotti, creavano dei veri e propri personaggi con delle vere storie, di certo non erano così articolate da avere una trama complessa ma di sicuro avevano qualche cosa da insegnare a chi oggi si pregia di utilizzare lo storytelling sia nei mass media che nel web.
Con l’arrivo degli anni 80 la televisione e di conseguenza la promozione televisiva è cambiata. I fast food, la nuova musica, le nuove mode e una considerevole mole di nuovi prodotti derivati da una vera rivoluzione consumistica hanno messo in evidenza l’esigenza di comunicare più in fretta, ponendo l’accento sulla convenienza e sulla praticità, così sono nati gli spot televisivi che hanno ucciso la poesia del Carosello e lo storytelling che aveva accompagnato 3 generazioni. La comunicazione è cambiata, sono subentrati esperti di neuromarketing che sulla base di specifiche keywords e studio degli stimoli visivi hanno indirizzato la promozione verso segmenti dettagliati di pubblico… il pubblico target appunto.
Oggi quando si parla di storytelling oltre a non dire nulla di nuovo, in realtà non si applica pienamente il concetto. Pubblicità come i topini del Parmareggio, Carletto dei sofficini Findus, o il simpatico gorilla burino del Crodino, non vincono il confronto con le grandi celebrità che hanno intrattenuto grandi e piccoli dalla fine degli anni 50 fino alla fine degli anni 70, parliamo di Lavazza – Caballero & Carmencita, Calimero di Miralanza, lo scontroso e ridicolo omino fatto di linee della Lagostina, Gringo della carne Montana o Tacabanda dei Crackers Doria…erano dei veri e propri capolavori d’arte. Non conosciamo nessun brand dei nostri giorni che sia riuscito nell’impresa di trasformare il marketing per il proprio prodotto in qualcosa di simile.
Le pubblicità del Carosello divagavano un po’ troppo forse nel raccontare e a volte non si capiva bene come si potesse arrivare dalla storia al messaggio promozionale…ma d’altra parte erano altri tempi, con molto più spazio a disposizione, zero studio di marketing e dei dati, tutto fantasia e gli utenti erano letteralmente ipnotizzati. Oggi le persone si stancano a seguire un video che duri più di 30 secondi, il sensazionalismo e gli effetti speciali vincono di gran lunga sul racconto, quindi forse lo storytelling di una volta, quello vero, oggi sarebbe anacronistico e forse quello di oggi meriterebbe di assumere tutt’altro nome.
Nella nostra Agenzia di Comunicazione crediamo in un tipo di storytelling che mantenga il concetto di “raccontare una storia” cercando di misurarci con le tempistiche dettate dalle abitudini degli utenti di oggi. Un esempio? Il video girato per La Fonte è il nostro ultimo lavoro di storytelling, per loro, il primo di una lunga serie: